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Le voci dei Fanti: chi se ne va … e chi viene al mondo …
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!!! TROVATA !!!!

Dopo un lungo e certosino lavoro di ricerca, partendo dai diari e dalle testimonianze dei Reduci e grazie all’impegno profuso dai responsabili del Sacrario delle Bandiere delle Forze Armate in Roma è stata finalmente ritrovata la BANDIERA DI GUERRA DEL 277 REGGIMENTO FANTERIA, riportata in Patria dalla Russia ( purtroppo quella del 278 venne distrutta per evitare che cada in mano del nemico ) .

Le foto della Bandiera di Guerra del 277 sono pubblicate sul sito dedicato alla Divisione Vicenza alla seguente pagina creata e curata da Giuseppe Rizzo e Mauro Depetroni

http://divisionevicenza.it/…/le-bandiere-di-guerra…

il postalista... e la posta militare
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lL 24 maggio, festa di tutti i Fanti d’Italia.
Con i versi della Leggenda del Piave ricordiamo tutti i soldati che in guerra ed in pace hanno militato in quest’arma, Regina delle battaglie.
“Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio,
dei primi fanti, il ventiquattro maggio…

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10 FEBBRAIO GIORNO DEL RICORDO

Il 10 febbraio si celebra il ”Giorno del Ricordo”. Tale solennità civile cade il 10 febbraio di ogni anno, in ricordo del Trattato di Parigi, che il 10 febbraio 1947 definì nuovi confini per l’Italia . La ricorrenza fu istituita con legge 30 marzo 2004 n. 92 per “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”. La vicenda è molto complessa e va conosciuta e approfondita consultando fonti storiche, non limitandosi a quelle di parte. L’Italia ha le sue responsabilità nell’oppressione delle minoranze etniche acquisite dopo il primo conflitto mondiale e nel coinvolgimento della Jugoslavia nel secondo. Niente giustifica però sotto l’aspetto legale e umano il genocidio di migliaia d’Italiani fra il 1943 e il 1945, attuato in modo crudele e rimosso dalla memoria nazionale per decenni. Le vittime vanno sempre ricordate con pietà, senza discriminazione fra quelle dei vinti e quelle dei vincitori. Solo così i popoli possono considerarsi civili.

Cerimonia al Cimitero Maggiore di Vicenza. Monumento ai Martiri delle Foibe.
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Oggi” ricordiamo la 156^ Divisione di fanteria “Vicenza” ultima ad essere schierata sul fronte russo. Creata raschiando il cosiddetto “fondo del barile” era composta da ultra 40enni e da ragazzi con poco addestramento, aveva compiti di retroguardia e lotta ai partigiani, era praticamente sprovvista di artiglieria, armi anticarro e blindati se non in pochi pezzi praticamente aveva il solo equipaggiamento individuale che era inferiore a quello degli alpini perchè essi dovevano essere schierati sul caucaso. A causa situazione critica del fronte la Vicenza venne accorpata al Corpo d’Armata Alpino schierandosi tra la Julia e la Trindentina e resistette fino allo sfondamento sovietico combattendo spalla a spalla con gli alpini.

Durante la ritirata aveva compiti di retroguardia e venne inghiottita dalla gelida steppa russa scomparvero 7.760 fanti dei 10.466 partiti.

Al ritorno in Italia i superstiti non poterono sfilare con i loro vessilli perchè accorparti alla divisione di fanteria Sforzesca.

La 156^ divisione di fanteria Vicenza venne sciolta per le gravi perdite subite e mai più ricomposta.Il Corpo d’Armata Alpino durante la ritirata era composta da 4 divisioni e non 3… poveri i fanti della Vicenza nonostante l’estremo sacrificio pochi vi ricordano.

SAN MARTINO PATRONO DELLA FANTERIA

Ricorre oggi la Festa di San Martino, Patrono della Fanteria italiana, di cui ci onoriamo di aver fatto parte.

Fu il primo Santo ad essere canonizzato senza essere Martire, era il patrono dell’Esercito Piemontese, insieme a San Nazario è il Santo con il maggior numero di località a lui dedicate. Fu un grande vescovo, amico del popolo e avversario dei potenti. Noi Fanti ricordiamo in lui soprattutto il soldato generoso, il figlio convertito di un militare pagano in un’epoca in cui i Cristiani erano ancora una limitata minoranza nell’Impero Romano.

L’immagine una delle vetrate nella chiesa parrocchiale di Arenzano. Un’antica cappella dedicata al santo sorgeva nella località in cui fu costruito il porticciolo cittadino, diede il nome all’area e al torrente che sfocia nei pressi. Li è ubicata anche una chiesa dedicata a S. Martino in località Pineta di Arenzano, aperta per le messe festive.

by Gen. Enrico Mocellin

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San Martino di Tours (Sabaria, 316 o 317 – Candes-Saint-Martin, 8 novembre 397) viene ricordato l’11 novembre, sebbene questa non sia la data della sua morte, ma quella della sua sepoltura. Questa data è diventata una festa straordinaria in tutto l’Occidente, grazie alla sua popolare fama di santità e al numero notevole di cristiani che portavano il nome di Martino.

La storia (Wikipedia)
Il padre, un ufficiale dell’esercito dell’Impero Romano residente in Pannonia, gli diede il nome di Martino in onore di Marte, il dio della guerra. Con la famiglia il giovane Martino si spostò a Pavia, dove trascorse la sua infanzia e dove, contro la volontà dei suoi genitori, cominciò a frequentare le comunità cristiane. A quindici anni, in quanto figlio di un ufficiale, dovette entrare nell’esercito e venne quindi inviato in Gallia.

Quando Martino era ancora un militare, ebbe la visione che divenne l’episodio più narrato della sua vita e quello più usato dall’iconografia e dalla aneddotica. Si trovava alle porte della città di Amiens con i suoi soldati quando incontrò un mendicante seminudo. D’impulso tagliò in due il suo mantello militare e lo condivise con il mendicante. Quella notte sognò che Gesù si recava da lui e gli restituiva la metà di mantello che aveva condiviso. Udì Gesù dire ai suoi angeli: «Ecco qui Martino, il soldato romano che non è battezzato, egli mi ha vestito».
Quando Martino si risvegliò il suo mantello era integro.

In Italia il culto del Santo è legato alla cosiddetta estate di san Martino la quale si manifesta, in senso meteorologico, all’inizio di novembre e dà luogo ad alcune tradizionali feste popolari. Nel comune abruzzese di Scanno, ad esempio, in onore di San Martino si accendono grandi fuochi detti “glorie di San Martino” e le contrade si sfidano a chi fa il fuoco più alto e durevole.

Nel veneziano l’11 novembre è usanza preparare il dolce di San Martino, un biscotto dolce di pasta frolla con la forma del Santo con la spada a cavallo, decorato con glassa di albume e zucchero ricoperta di confetti e caramelle; è usanza inoltre che i bambini della città lagunare intonino un canto d’augurio casa per casa e negozio per negozio, suonando padelle e strumenti di fortuna, in cambio di qualche monetina o qualche dolcetto.

A Palermo si preparano i biscotti di San Martino “abbagnati nn’o muscatu” (inzuppati nel vino moscato di Pantelleria), a forma di pagnottella rotonda grande coome un’arancia e l’aggiunta nell’impasto di semi d’anice (o finocchio selvatico) che conferisce loro un sapore e un profumo particolare.

In molte regioni d’Italia l’11 novembre è simbolicamente associato alla maturazione del vino nuovo (da qui il proverbio “A San Martino ogni mosto diventa vino”) ed è un’occasione di ritrovo e festeggiamenti nei quali si brinda, appunto, stappando il vino appena maturato e accompagnato da castagne o caldarroste. Sebbene non sia praticata una celebrazione religiosa a tutti gli effetti (salvo nei paesi dove san Martino è protettore), la festa di San Martino risulta comunque particolarmente sentita dalla popolazione locale.

www.sostenitori.info


BUON 160° COMPLEANNO, ITALIA!

Il 17 marzo 1861 il re di Sardegna firmò la legge n. 4671, approvata il 26 febbraio precedente dal Senato e votata il 14 marzo dalla Camera dei Deputati. Essa così recita:“II Senato e la Camera dei Deputati hanno approvato; noi abbiamo sanzionato e promulghiamo quanto segue: Articolo unico: II Re Vittorio Emanuele II assume per sé e suoi Successori il titolo di Re d’Italia. Ordiniamo che la presente, munita del Sigillo dello Stato, sia inserita nella raccolta degli atti del Governo, mandando a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato.

Da Torino addì 17 marzo 1861”. BUON 160° COMPLEANNO, ITALIA!

Esponiamo il nostro Tricolore come segnale di Forza, di Speranza, di Civiltà e di Libertà.

LA MOTO GUZZI COMPIE 100 ANNI

Moto Guzzi Alce dell’esercito

Verso la fine degli anni ’20 Moto Guzzi affianca la produzione di motocicli da strada e da corsa con la costruzione di mezzi a uso militare.

Nel 1928 Moto Guzzi comincia a produrre mezzi per uso militare. Nasce così lo stretto rapporto che legherà l’azienda di Mandello alle alte gerarchie dell’Esercito e ai corpi di polizia.

La crisi è alle porte e nel 1929 scoppia in tutta la sua virulenza toccando molti settori. Proprio per questo la produzione di mezzi militari permette allo stabilimento Guzzi di sopravvivere. Nascono in questa fase l’Alce, simbolo dell’equipaggiamento dell’Esercito Italiano, e il Trialce, un motocarro smontabile progettato per poter essere paracadutato. Entrambi offrono la possibilità di montare una mitragliatrice leggera sul manubrio. Il Trialce sancisce inoltre una prima prova di Guzzi nel settore dei motocarri, che continuerà anche dopo la guerra.

Nel corso degli anni ’30 la produzione di moto militari diventa così importante che nel 1935, per ordine del Commissario generale per la Fabbricazioni di guerra, lo stabilimento Guzzi è dichiarato “fabbrica ausiliaria”. Questo significa che tutto il personale di età superiore ai 14 anni assume la condizione di “mobilitato civile” e viene esonerato dal servizio militare.

fonte : https://www.motorwebmuseum.it/luoghi/mandello-del-lario/i-mezzi-per-lesercito-targati-guzzi/

10 febbraio 2021 – Associazione Nazionale del Fante Federazione Provinciale Vicenza.

In ricordo dei Martiri delle foibe pubblico la memoria del Presidente provinciale Sig. Manuele Bozzetto:” Il 10 febbraio si celebra il Giorno del Ricordo, istituito perconservare e rinnovare la memoria dei massacri delle foibe e dell’esodoistriano. La data naturalmente non è casuale. Il 10 febbraio 1947,infatti, vennero firmati a Parigi gli accordi di pace che poseroidealmente fine alle violenze perpetrate ai danni dei nostriconnazionali da parte dei partigiani titini a partire dal settembre1943. Tra Venezia Giulia, Quarnaro e Dalmazia, secondo alcune fonti levittime italiane furono oltre 10 mila. Tra i 250 mila e i 350 mila,invece, i giuliani e i dalmati che dovettero abbandonare le proprieterre d’origine, annesse alla Jugoslavia.In occasione della ricorrenza odierna, invito tutti, Fanti e Patronesse,a preservare ed onorare il valore della Memoria anche al fine ditramandarlo alle nuove generazioni.

“Grazie Presidente Bozzetto”


100 ED ALTRI 100!

LA FEDERAZIONE DEL FANTE DI VICENZA PLAUDE ED E’ PARTECIPE A QUESTA FONDAMENTALE RICORRENZA!

Il Presidente Manuele Bozzetto

Val Magnaboschi 21 giugno 2020

In una splendida giornata di sole si è svolto l’annuale incontro nella verde e silenziosa valle dell’Altopiano di Asiago. Incontro che è venuto a coincidere con l’inizio delle aperture concesse dalla Regione Veneto per quanto riguarda l’emergenza sanitaria dovuta al Covid 19. Speranzosi comunque che ciò avvenisse, ancora ad aprile ci si era mossi per verificare l’opportunità di rendere onore ai Caduti con qualcosa che permettesse di non interrompere questa tradizione ideata da Marcello Mantovani e che si protrae dal 1994. Sentita l’Amministrazione Comunale di Roana, con il Sindaco dott.ssa Elisabetta Magnabosco, si era arrivati ad un accordo rispettoso dei parametri di sicurezza imposti dal momento, e cioè che salissero in valle solo le sezioni vicentine e queste fossero rappresentate da due sole persone, Presidente ed Alfiere. A queste si sarebbero aggiunti solo coloro che avrebbero svolto i servizi necessari, alzabandiera, deposizione corone, impianto audio e vigilanza ed in più il Picchetto Storico della Provincia di Vicenza con le divise della 157° Brg. Liguria.  In definitiva, all’incirca un centinaio di persone o poco più. La zona avrebbe permesso sicuramente un numero più elevato di presenze, ma avrebbe comportato una scelta su chi poteva salire sull’Altopiano. E sarebbe stata comunque una scelta impossibile da farsi per l’elevato numero che solitamente accede a Magnaboschi. Per questo, abbiamo scelto di celebrare e ricordare i Caduti mantenendo un basso profilo che però non avrebbe intaccato lo spirito con cui è nato questo Raduno.

Così è stato! In una domenica radiosa per quanto riguarda il meteo, tutte le sezioni vicentine erano presenti con i loro rappresentanti. Con le bandiere sezionali anche i Labari Provinciali di Fanti e Patronesse. Sindaco e Vicesindaco di Roana con il Gonfalone Comunale, Presidenti Provinciali di Fanti e Patronesse, il Vice Nazionale Raffaele Cecchin e con nostra sorpresa è arrivata anche l’Assessore Regionale Elena Donazzan, alla quale non era stato inviato l’invito ufficiale di partecipazione proprio per mantenere la Cerimonia nei termini stabiliti. A dimostrazione dell’affetto per il luogo e soprattutto per i valori fondamentali che dovrebbe avere ogni buon cittadino, L’Assessore è intervenuto sistemandosi tra i pochi presenti, intervenendo alla fine proprio per ricordare quei valori che vengono amplificati quando si entra qui a Valmagnaboschi. La cerimonia è iniziata puntualmente alle 10,00 con gli alzabandiera in sequenza e subito proseguita con la deposizione delle corone ed il Silenzio in onore dei Caduti. Seguita dalla Santa Messa, celebrata da don Nerino Todescato, anziano parroco che ha svolto il suo servizio per 56 anni a Roma e, pur essendo vicentino di nascita, non era mai salito sulle nostre montagne. Emozionato anche lui e quasi incredulo per una cerimonia che non conosceva. Al termine della S. Messa il saluto del Sindaco di Roana e quindi le parole del Presidente Provinciale Manuele Bozzetto, che ha ricordato la figura di Patrizia Marangoni, Patronessa molto attiva in ambito sociale nonché nostra fotografa ufficiale. Moglie del nostro Vice Pres. Prov. Ulisse Boaretto. La cerimonia funebre si era svolta il giovedì precedente, e l’emozione ed il dolore erano ancora presenti in tutti noi. Quindi a chiusura le parole dell’Assessore Regionale Elena Donazzan che, collegando perfettamente l’omelia del Parroco con il luogo, ricordava cosa significa “tradizione“

Termine al quale non serve il fumo, ma si perpetua continuando ad attizzare il fuoco giorno per giorno. Metafora perfetta per il nostro incontro annuale. Uscita dei partecipanti con il sottofondo della Marcia della Fanteria, saluti tra i partecipanti convinti di essere stati sicuramente testimoni di una cosa che speriamo, dal punto di vista sanitario, irripetibile! Il nostro più cordiale arrivederci al prossimo anno!

Vice Presidente Organizzativo Maurizio Zanarella