Il mitragliere

1941                                                                                                                                       Cronaca dal fronte greco all’Italia 

Giuseppe Moscardelli                                                                                                           

                                                                                                                                                                                                   

Il colonnello di stato maggiore lesse a voce alta: Fante Corbo Vitantonio da Avigliano di Lucania, del *… reggimento fanteria, medaglia di argento sul campo. “Unico superstite di un importante caposaldo circondato e fortemente battuto dal fuoco nemico, con eccezionale perizia ed alto spirito di sacrifizio, azionò per un’intera notte le due mitragliatrici colà esistenti respingendo reiterati e impetuosi attacchi nemici.

Nelle difficili condizioni di terreno e di clima in cui si svolse la lotta, il possesso di quel caposaldo costituì, all’alba dello stesso giorno, uno dei principali punti di appoggio per la riconquista dell’intera posizione da parte delle nostre truppe.  Fronte greco-albanese, 18 febbraio 1941”

“Questo avveniva un mattino del mese di maggio del 1941, a Tirana, alla presenza di tutta la Divisione alla quale apparteneva il *… reggimento fanteria.”

Così inizia il racconto del mitragliere Corbo Vitantonio, trasferito sotto la data 18 febbraio 1941, dalla 7^ compagnia fucilieri all’8^ compagnia mitraglieri.

Un nuovo genere di letteratura militare, un personaggio di un mondo semplice e leggendario ad un tempo. 

Alcune note sulla campagna italiana di Grecia                                                                           

L’occupazione della Grecia è iniziata il 28 ottobre del 1940, due Corpi d’Armata con una forza di circa 87.000 uomini dislocati sul fronte greco-albanese. In territorio greco la linea Samarina-Voyousa raggiunta il 2 novembre 1940 segnò il limite dell’avanzata italiana.

Dal 14 novembre l’esercito greco passa alla controffensiva sull’intero fronte costringendo l’esercito italiano a ripiegare in Albania.

Il nuovo anno si apre con consistenti attacchi greci, per fronteggiare la difficile situazione, il Regio Esercito schiera nel gennaio del 1941 oltre 272.000 uomini su venti divisioni e alcune unità mobili.

Al comando del Generale Ugo Cavallero il 9 marzo le truppe italiane tornano all’attacco, una massiccia offensiva conosciuta come “Operazione Primavera”, un’azione militare duramente contrastata che portò al logoramento delle capacità difensive dell’esercito greco.

Il 23 aprile del 1941 fu firmato l’armistizio che pose fine alle ostilità sul fronte greco-albanese.                                                                                                                                      In prima linea furono impiegate 28 divisioni (23 di fanteria, quattro di alpini e una corazzata) e quattro reggimenti autonomi (tre di cavalleria e uno di granatieri).                    Gli effettivi in Albania in aprile del 1941 ammontavano a 513.500 uomini (20.800 ufficiali e 481.000 sottufficiali e soldati italiani, 11.700 albanesi) con 13.166 automezzi e 65.000 quadrupedi.

La campagna di Grecia costò alle forze italiane 13.755 morti, 50.874 feriti, 25.067 dispersi (di cui almeno 21.153 prigionieri), circa 52.108 ammalati e 12.368 congelati.                                                                                                                                                                                 Da parte greca, le perdite furono 13.325 morti, 42.485 feriti, 1.237 dispersi e 1.531 prigionieri.

Le divisioni di fanteria impiegate sul fronte greco – albanese

Trentin Felice

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