Quota 383 Monte Plava

Escursione a Plava e Quota 383.

31 marzo 2019: una bellissima giornata di sole primaverile ha accolto gli oltre 80 partecipanti, tra cui una ventina di ragazzi e ragazze, all’uscita storico-didattica a Plava (Slovenia) organizzata dal Coordinamento delle Associazioni d’armi di Breganze, di cui fa parte anche la sezione locale dell’Associazione Fanti. L’uscita prevedeva di ripercorre i luoghi delle vicende legate alla Quota 383 di Plava, una piccola collina di 383 metri di altezza, obiettivo di rilevante importanza strategica per il Regio Esercito che voleva crearvi una testa di ponte oltre il fiume Isonzo attraversandolo mediante un ponte di barche. La quota fu lungamente contesa tra italiani e austroungarici dall’11 giugno 1915 al 5 giugno 1917.

Accompagnati dai preparatissimi esperti dell’Associazione “Carsoetrincee” Fabio Adami, Alessandra Riavini e Oriana Nadalini, i partecipanti hanno ripercorso il tragitto fatto dai soldati italiani dopo il loro passaggio dell’Isonzo tramite il ponte realizzato dal Genio Pontieri sotto l’intenso fuoco avversario.

Durante il tragitto, nelle diverse e significative tappe lungo il sentiero ancora cosparso di residuati, sono stati letti alcuni brani ricavati dalle cronache dell’epoca che raccontavano gli episodi vissuti in particolare dalle brigate Ravenna, Forlì, Spezia, Firenze e Udine con enorme sacrificio di soldati: lo scontro più sanguinoso si verificò il 17 giugno del 1915 quando il generale Luigi Cadorna, volle offrire al Re Vittorio Emanuele III una conquista cui assistere direttamente (questa “dimostrazione” causò la morte di migliaia di uomini che furono trucidati in un attacco frontale contro le mitragliatrici austriache). Lo stallo dei combattimenti venuto a crearsi successivamente e fino al 1917 ha portato alla realizzazione di manufatti ancora visibili, come la Galleria Spoleto (utilizzata come Comando di Compagnia, costruita dalla Brigata Avellino nel 1916) o come  le vestigia di un posto di medicazione, dove trovavano una prima e sommaria assistenza i numerosi feriti provenienti dalla sovrastante zona di combattimento nonché caverne e postazioni fortificate.

Più o meno a metà percorso si trova una grande iscrizione commemorativa incisa su una roccia che ricorda la morte di alcuni fanti e Carabinieri avvenuta nel settembre 1916. Qui si è vissuto uno dei momenti più belli e significativi della giornata: la deposizione di una corona di alloro e il presentat-arm con il suono del silenzio e la lettura della preghiera ai caduti da parte di alcuni rievocatori del gruppo storico “157° Reg.to Brigata Liguria” che hanno partecipato all’escursione indossando le  uniformi  dell’epoca.

Le tappe successive del percorso sono state la cima della “Collina della Morte” che dal novembre 1915 venne anche chiamata Quota Montanari in ricordo del Generale Carlo Montanari, comandante della brigata Forlì, colpito a morte da un tiratore scelto avversario nell’autunno del 1915 mentre effettuava una ricognizione a ridosso della prima linea e la sosta presso il cosiddetto “Fortino” posizione inespugnabile tenuta saldamente dalle truppe imperiali e difesa delle retrovie anch’esse disseminate di caverne, ricoveri, postazioni e camminamenti per poi giungere alla chiesetta Sv.Kvirin na Paljevem (S. Quirino), eretta nel 1513 e fortemente danneggiata durante la Grande Guerra.

Una lunga discesa ha poi portato i partecipanti ad un’altra delle tappe importanti previste in questa escursione: l’ampio pianoro prospiciente la chiesetta di S. Luigi, cappella del grande cimitero militare di Plava e Zagora in seguito intitolato al Generale Giovanni Prelli. Il piccolo edificio dedicato a San Luigi in onore al cappellano militare del 128° Regg.to Fanteria padre Luigi Magliacani, venne costruito nel 1916 dai fanti di quel reggimento ed è stato recentemente restaurato dai volontari dell’”Associazione Storico Ricreativa Carsoetrincee”. E’ stato emozionante vedere come sia gli interni che gli esterni siano stati recuperati con estrema fedeltà all’originale. Ai volontari di Carsoetrincee va la nostra riconoscenza.

L’escursione si è conclusa con un meritato e gustoso pranzo in riva all’Isonzo smeraldino. E’ stata una bellissima giornata in cui hanno trovato una meravigliosa sintesi la conoscenza diretta di luoghi significativi della nostra storia, la condivisione con le nuove generazioni della memoria e dei valori identitari, la commozione e il rispetto di fronte al sacrificio di tanti connazionali, la gioia di camminare e stare insieme, l’amicizia che cresce quando si condividono tempo e passione.

Ermes De Rossi

Foto by Nicolò Bressan

3 pensieri riguardo “Quota 383 Monte Plava

  • 21 Febbraio 2020 in 11:22
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    A Plava il 17 maggio del 1917, cadde mio nonno Gustavo Scipioni. Sapete in quale sacrario sono seppelliti i caduti di Plava? Grazie e complimenti per il sito.

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      • 23 Ottobre 2021 in 11:12
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        Il 28 maggio 1917, mio nonno Cerolini Angelo,inquadrato nel 96 reggimento fanteria, cadde in combattimento alla quota 383 presso Plava. Non si sa dove i suoi resti furono tumulti. Da una vostra risposta ad un quesito precedente, i suoi resti dovrebbero trovarsi al sacrario di Breslavia. Ma non vi sono, almeno tra i caduti noti.
        Da una mia ricerca e’ emerso che un caduto indicato con il nome Angelo Ceroli è sepolto in un sacrario austro ungarico presso Basovizza.
        Consultato l’ albo d’ oro dei caduti della grande guerra, non risulta esserci un caduto che risponda a questo nome.
        E qui le mie ricerche si sono arenate.
        C’è qualcuno che mi può aiutare nel proseguire delle mie ricerche, magari ripartendo da quel nome scritto su una tomba di un sacrario austro ungarico?

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