Riconoscimento soldati fucilati per decimazione nella GG

Decimazione – i fanti della brigata Catanzaro

L’amico Giuliano Pivotto ( socio ANCR ) qualche anno fa mi disse : “ Romolo, sono stato con mia moglie al Barenthal ad Asiago a fare una passeggiata e mi sono imbattuto in una croce che riferiva di dodici fanti della Brigata Catanzaro giustiziati tramite decimazione per insubordinazione”.

Ci siamo interessati ricercando libri che parlassero della pratica della decimazione, un atto infame se eseguito nei confronti del nemico, figuriamoci se rivolto ai propri soldati e purtroppo frequente in tutti gli eserciti che hanno partecipato alla Grande Guerra, ed il nostro non faceva eccezione.

Abbiamo deciso di onorare questi soldati caduti durante la Grande Guerra, soldati di una Brigata che ha dovuto sopportare il peso di attacchi continui e sempre in prima linea sia sull’Altipiano di Asiago che sul Carso friulano. Hanno solo detto: “siamo stanchi e feriti, fateci riposare un poco” e questo ha prodotto dei momenti di tensione che potevano essere gestiti in modo più umano dai nostri alti comandi, ciechi e sordi ai bisogni dei soldati.

Questi ragazzi sono stati dimenticati da tutti, non compaiono in alcun albo dei caduti come fossero feccia da nascondere alle generazioni future in contrapposizione ai generali che li hanno condannati a cui sono state costruite statue ed effigi. E’ una pagina triste e poco conosciuta della Grande Guerra che dovrebbe essere patrimonio condiviso.

Dal convegno di Rovereto promosso da studiosi, ricercatori, accademici ed appassionati di storia, per focalizzare l’attenzione, lo studio e l’analisi dei fatti riguardanti le fucilazioni con decimazione avvenute in seno all’esercito italiano durante la Grande Guerra, sono emerse alcune considerazioni. Innanzi tutto il numero, approssimativo, di morti causati da tale pratica: circa 1200 soldati, di cui 800 da esecuzioni con processo e gli altri 400 senza processo ( esecuzioni sommarie ).

Cosa NON sappiamo :

1) le storie individuali dei combattenti

2) la loro estrazione sociale, le loro famiglie

3) nulla o poco della composizione delle giurie

4) se erano recidivi e quante punizioni avevano ricevuto in precedenza

5) il Governo dell’epoca era al corrente ? e la società come si espresse ?

ecco, tutte domande che meriterebbero di avere una risposta.

Ci piace rifarci al discorso di apertura del convegno di Rovereto del Presidente della Repubblica Mattarella che evidenzio virgolettandolo:

«Un Paese dalle solide radici come l’Italia non deve avere il timore di guardare con coraggio anche alle pagine più buie e controverse della propria storia recente. Ricordare e capire non vuol dire necessariamente assolvere o giustificare. La memoria di quei mille e più italiani uccisi dai plotoni di esecuzione interpella oggi la nostra coscienza di uomini liberi e il nostro senso di umanità».

Con alcune auto siamo partiti alla volta del cimitero inglese del Barenthal per poi proseguire a piedi lungo un sentiero tracciato fino al luogo del ritrovamento. Eravamo muniti di falcetto per fare un po’ di pulizia e tagliare l’erba attorno alla croce ed abbiamo posato una coroncina a ricordo di questi soldati. La cerimonia è stata semplice ma molto sentita da tutti ed al ritorno abbiamo deposto un’altra coroncina sotto il monumento dei caduti inglesi nel loro cimitero. E’ proprio questo senso di umanità e la convinzione che il giudizio finale è prerogativa del Buon Dio che ci ha spinto, sezioni fanti di Marostica e Pianezze, ad intraprendere questa breve ma significativa “missione della memoria” per ricordare dei soldati ingiustamente sacrificati ed in seguito dimenticati dalla storia. Soldati della brigata di fanteria Catanzaro, dei fanti, per l’appunto, come siamo noi. Per quanto detto siamo orgogliosi di aver dato testimonianza con il nostro operato di come la storia, leggasi anche memoria, debba essere affrontata e ci piace evidenziare il comunicato del Sottosegretrario alla Difesa riguardo alla riabilitazione di questi giovani soldati e della loro “memoria”.

Romolo Giannini

( Socio ANF-ANCR-ANMI )

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